IT05: Domenico Angelini

Domenico Angelini

Da vent’anni la famiglia Angelini gestisce un’azienda agricola nell’area dell’Appennino centrale in Umbria nei dintorni di un antico borgo, Monteleone di Spoleto, famoso per la produzione di varietà locali di cereali e legumi. L’azienda agricola è stata fondata da Dolci Giuseppina, da cui prende il nome. Il marito e due figli, Domenico e Gloria, hanno contribuito allo sviluppo della fattoria.

I turisti che arrivano in questa splendida zona, in primavera ed estate, apprezzano i prodotti dell’azienda agricola per il loro gusto genuino e per la bellezza dell’ambiente.

I terremoti avvenuti nella regione nel 2016 hanno portato con sé complicazioni nella vita e nel lavoro della famiglia Angelini, tanto da pensare di lasciare l’azienda e andarsene, ma decisero di affrontare le difficoltà e iniziarono a lavorare per rimodellare e ricostruire la fattoria.

1. DATI PERSONALI DELL’AGRICOLTORE

Nome: Domenico Angelini.

Anno di nascita: 1983.

Genere: Uomo.

Istruzione: Diploma di scuola superiore.

Professione: Agricoltore a tempo pieno.

2. DATI DELL’AZIENDA AGRICOLA

Ubicazione dell’azienda agricola: Monteleone di Spoleto (950 metri sopra il livello del mare) 06045 Frazione Trivio.

Superficie aziendale in Ha (ettari): 56 ettari.

Descrizione dell’azienda: L’azienda agricola di famiglia si trova in una zona montuosa dell’Umbria, produce erbe aromatiche, miele, cereali e legumi tipici della zona, come lenticchie, fagioli e ceci.

Si coltivano inoltre: due legumi speciali tipici dell’Appennino, il Lathyrus sativus “Cicerchia” e il Pisum sativum ssp. Arvense “Roveja”; un ecotipo locale di farro (Triticum dicoccum), recentemente riconosciuto come Denominazione di Origine Protetta (DOP).

Anche lo zafferano viene coltivato in azienda, in quanto è un’altra specialità di questa regione.

Tutti i prodotti sono coltivati e certificati da agricoltura biologica e tutti i processi, dalla raccolta allo stoccaggio e al confezionamento, sono svolti in azienda dalla famiglia. In fattoria si svolge anche un’altra attività agricola, l’apicoltura, che permette loro di produrre miele di montagna di alta qualità, invasato e venduto direttamente.

Tutti i prodotti sono attualmente conservati e confezionati in piccoli locali all’interno dell’azienda.

Prima dei terremoti del 2016 nell’Appennino centrale, i prodotti erano tutti venduti in azienda a visitatori e turisti ma, dopo quegli eventi distruttivi, l’unica occasione per vendere i prodotti era partecipare ai mercati contadini del Nord Italia, principalmente in Lombardia e Friuli-Venezia Giulia, dove i prodotti sono molto apprezzati.

3. FINANZIAMENTO E ACCESSO AI FINANZIAMENTI

I terremoti del 2016 hanno avuto impatti devastanti non solo sulle infrastrutture fisiche dell’azienda.

I turisti furono esclusi dalla zona e, poiché la principale fonte di reddito per la famiglia era attraverso la vendita diretta in azienda, la loro principale base di consumatori scomparve improvvisamente. Nonostante queste difficoltà, Domenico e la sua famiglia hanno deciso di restare e di riprendere l’attività con nuovi progetti. Nel frattempo, il successo della vendita sui mercati del nord Italia ha fornito nuove opportunità e nuovi clienti.

I due progetti principali per la ricostruzione sono stati i) costruire un capanno per la trasformazione, la lavorazione ed il confezionamento delle coltivazioni e del miele; ii) trasformare una terrazza del casale con una magnifica vista sul paesaggio circostante in un luogo in cui i clienti possano degustare i loro prodotti di fattoria.

Il primo progetto è stato presentato all’attenzione della Regione Umbria per ottenere un finanziamento mediante due misure del Piano di Sviluppo Rurale, 6.1.1 aiuto all’avviamento d’impresa per il primo insediamento dei giovani agricoltori e 4.2.1 per il sostegno agli investimenti per la trasformazione, commercializzazione e sviluppo della produzione agricola, con ulteriori vantaggi dovuti alle zone svantaggiate.

Il secondo progetto, per le sue specifiche caratteristiche, non poteva essere incluso nelle misure del PSR, quindi Domenico ha presentato domanda per una campagna di crowdfunding dal titolo: “Alleva la Speranza+” (https://www.planbee.bz/it/progetti/dettaglio/138-domenico-angelini), sulla base di un’iniziativa di successo in corso promossa da Legambiente Italia in collaborazione con l’azienda energetica ENEL. I donatori sono stati per lo più clienti fedeli che apprezzano i prodotti alimentari regionali e attendono che passi la nuova emergenza pandemica per visitare i luoghi e i prodotti alimentari che hanno contribuito a sostenere. Con un contributo di 75 € il donatore riceverà a casa un pacco con i prodotti dell’azienda e con 500 € il donatore sarà ospitato con la famiglia per una degustazione sulla terrazza della fattoria.

Domenico raccomanda agli agricoltori di essere preparati a tutti i requisiti e le competenze necessarie per gestire la produzione e le vendite di prodotti con specificità regionale. I clienti devono essere considerati come ospiti della fattoria e il legame dell’azienda con il territorio deve essere presentato nel modo più realistico e completo. I prodotti tradizionali di qualità e la terra a cui appartengono dovrebbero essere presentati come un pacchetto unico e indivisibile per i patrocinatori.

4. FABBISOGNI FORMATIVI E CONCLUSIONI

Esperienze formative e lacune: Domenico ha appreso dal padre le principali capacità gestionali necessarie per condurre un’azienda agricola, nonché le tecniche e le pratiche agronomiche necessarie per lavorare la terra e coltivare varie colture. Dalla sua famiglia ha anche ereditato l’amore e il forte legame per la terra, che hanno contribuito alla spinta a promuovere la produzione agroalimentare locale come risorsa principale di quella zona montuosa. Il corso per imprenditori agricoli professionali ha stimolato e le sue capacità e competenze per la gestione aziendale. Domenico ha inoltre approfondito la conoscenza delle colture tradizionali, promuovendo la biodiversità di quella zona.

L’apicoltura, ad esempio, è un modo per promuovere l’ecosistema naturale e contribuire all’impollinazione e alla crescita di specie particolari e piante autoctone, oltre a produrre un miele di montagna di alta qualità.

Ha dovuto affinare molte competenze in preparazione del dossier per la DOP “Farro di Monteleone di Spoleto”, e si è impegnato nel fare rete con altri agricoltori per la loro resilienza contro i terremoti e la pandemia. Infine, l’esperienza di unire una domanda per i fondi del PSR e il crowdfunding ha stimolato la sua competenza professionale sugli strumenti finanziari, utili al miglioramento dell’azienda agricola.

Considerazioni finali: Domenico, da giovane, ha frequentato corsi di formazione per imprenditori agricoli professionali, dove ha appreso le basi della gestione aziendale, delle tecniche agronomiche e delle attività multifunzionali. L’esperienza aziendale è arrivata dalla famiglia, ma le nuove idee basate sulla cura e la soddisfazione del cliente sono state ispirate a Domenico direttamente dalla sua esperienza in azienda oltre che nei mercati agricoli, dove ha potuto interagire direttamente con i clienti e condividere con loro la storia della sua azienda agricola e dei suoi prodotti.

In assenza di una formazione formale in materia finanziaria, Domenico condivise le sue idee progettuali con tutta la famiglia e, una volta approvate da tutti, cercò un agronomo che lo aiutasse ad applicare le misure del PSR. Le informazioni sulle opportunità offerte dal crowdfunding sono arrivate da altri agricoltori che hanno avuto successo nella prima edizione di “Alleva la Speranza”, così ha deciso di fare domanda per una donazione online. Il crowdfunding, ancora in corso, sembra avere successo tanto da potergli offrire così l’opportunità di raggiungere il suo obiettivo ed il suo sogno: una terrazza per i clienti con vista sul paesaggio in cui è stato prodotto il cibo che stanno degustando. Unendo quest’approccio innovativo alle fonti di finanziamento delle misure del PSR, l’azienda agricola ha potuto essere più attrezzata ed efficace dal punto di vista della produzione. Tutto questo dimostra che la creatività può essere un valore aggiunto se abbinata ai fondi europei e regionali disponibili.